Ci sono cose che quando sei genitore speri non ti vengano mai chieste. Sono quelle cose per cui un po’ tremi all’idea della risposta che dovrai dare. Non sto parlando di “come nascono i bambini”, ma dell’altra, quella che si scontra contro la nostra etica, il sentito dire, quello che è giusto da quello che è sbagliato. La domanda che speravo non arrivasse e invece è arrivata ed è: mamma, ma la carne che mangio, dove la prendiamo? Alla risposta: “dagli animali” mia figlia ha decretato che non mangerà più carne. Ed è così che mi sono ritrovata con una figlia vegetariana.
Eh già, io che sono cresciuta in una macelleria, che giocavo nella cella frigorifera e che tra i più bei ricordi ho quelli dell’asado di famiglia con animali interi sulla brace, ho una figlia vegetariana.
Ogni cucina ha le sue regole.
Non mi sono mai posta particolari problemi riguardo l’etica del cibo che consumiamo, lo ammetto. Non sono una di quelle consumatrici eccessivamente attente, ho poche e semplici regole: mangiare di stagione, sempre e comunque (non tollero i pomodori in inverno, a meno che non siano in versione passata o pomodori secchi) e cucinare bene perché quel che c’è si mangia e sprecare non è mai bello. Sono una grandissima fan dei meal prep e dei menù settimanali. Ma insomma, i miei sforzi finiscono qui.
È però vero che, mi sto rendendo conto negli ultimi anni, la mia famiglia la nutro in maniera pressoché vegetariana da sempre. Sarà per tutta la carne mangiata da bambina (sono figlia degli anni ’80 e del prosciutto cotto senza grasso), sarà per il non aver trovato macellerie di fiducia comode e vicine qui a Torino (sì, lo so ce ne sono tantissime, sono io che sono un po’ pigra) ma di base mangiamo quasi sempre veg, quasi senza accorgercene.
Da ora però dovremo fare qualche sforzo in più. Ma mia figlia è stata così convinta della sua scelta che mi sento in dovere di spronarla e supportarla in questa sua scelta.
Le ho chiesto, ma neanche il prosciutto sopra la pizza la domenica sera?
NO.
Ma neanche i wurstel nei salatini ai compleanni?
NO.
Ha ceduto solo su una cosa, qualche cozza ogni tanto il venerdì. Perché sì, la mia dolce bambina vegetariana adora le cozze.
La dieta vegetariana da ora in poi
Cosa vuol dire questo? Che da ora in poi in casa cambieremo modo di mangiare. Non sarà un grande sforzo. Non cucino molta carne, pure le lasagne le preferisco con gli spinaci, il prosciutto lo compriamo sì e no una volta ogni 15-20 giorni. Sarà più che altro un cambiamento dentro di noi. Lo abbiamo già detto ai nonni, ci stiamo preparando, sto rivendendo la spesa, tutta la mia dispensa. Aumenteremo i legumi, che già mangiamo in abbondanza, tofu e seitan, continueremo con le nostre amate uova, non mancherà il formaggio. Per fortuna tutte cose che ci piacciono molto.
Una scelta simile l’avevo già fatta quando il mio secondo bambino era piccolo, visto che ancora prendeva un sacco di latte la decisione di svezzarlo in maniera vegetariana era stata abbastanza naturale. Oggi mangia tutto, pure troppo, è un piccolo lupacchiotto col pancino sempre affamato.
Che dire, sono un po’ spaventata ma anche tanto orgogliosa. È la prima decisione così importante che Emma prende in totale autonomia e per questo credo sia nostro dovere starle vicino.
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