Sono un’appassionata di serie tv, anzi sono un’appassionata di serie tv inglesi. Questo ho capito negli anni.
In realtà di tutto quello che ha a che fare con il Regno Unito sono appassionata da sempre.
Ho un debole per Lady D e tutta la Corona, adoro i libri ambientati in Inghilterra, i miei due autori feticcio sono Nick Horbny e John Niven.
Oxford è stato il mio primo viaggio all’estero.
I Take That, i Prodigy, gli Everything But The Girl, i Massive Attack, le Spice Girls (sì, pure le Spice Girls), i Morcheeba, i Verve (uh, Richard Ashcroft quando ancora oggi parte Bitter Sweet Symphony e sono per strada mi viene voglia di dare spallate a tutti), i Blur, gli Oasis, gli Asian Dub Foundation e i Cornershop sono la musica che ascolto ancora oggi.
Ho sempre creduto che mi sarei meritata di vivere a Londra negli anni ’90.
Vorrei sposare Andrew Scott, Colin Firth, ma pure Hugh Grant e forse anche Jude Law.
Potrei passare ore a guardare i programmi di cucina di Nigella Lawson e quelli di Jamie Oliver.
A questo elenco non potevano ovviamente mancare le serie.
Cosa amo delle serie tv inglesi
Cosa amo delle serie tv inglesi non è facile da dire. Ma penso, dopo anni e anni di accurata visione, di aver capito una cosa.
Arrivano al sodo.
Non sono frizzi e lazzi come quelle americane e non sono sciape come quelle italiane. Non si perdono in dettagli inutili, non usano effetti speciali degni di Hollywood. In compenso hanno dialoghi della madonna, sceneggiature pazzesche, un lavoro di scrittura incredibile, attori che potrebbero mangiarsi di traverso chiunque altro, un accento meraviglioso.
Ecco, soprattutto i dialoghi sono la cosa che amo di più. Nelle serie tv inglesi si parla tanto, ci si racconta, i dialoghi sono reali, vorresti averli scritti e pronunciati tu, hanno senso.
I personaggi non per forza sono dei figh* atomic*, sono normali (beh, Andrew Scott se permettete è Andrew Scott), insomma, all’effetto WOW di altre produzioni qui si sostituisce l’effetto MINCHIA CHE BRAVI.
Volete immergervi in qualche serie ma non sapete da dove partire? Vi scrivo qui i miei consigli
Broadchurch
Forse la serie da cui sono partita, anzi niente forse, la serie da cui sono partita. Un giallo fighissimo. Bambino scompare e viene ritrovato morto ai piedi di una scogliera. Da lì partono le indagini che metteranno a soqquadro le vite dei genitori e di tutta la cittadina.
Super.
Eh beh, facile se i due protagonisti principali sono nell’ordine David Tennant e Olivia Colman.
Il punto in più? L’ambientazione, paesaggi stupendi con scogliere a picco sull’oceano nel Dorset nella cittadina (immaginaria) di Broadchurch.
Ne hanno girate tre serie, io amo la prima. La seconda e la terza carine, ma non indispensabili, a mio parere.
Trovate Broadchurch su Netflix.
Fleabag
Fleabag è la mia serie del cuore. Nel senso che è una delle tre che mi porterei sull’isola deserta se potessi disporre solo di una tv e tre titoli da vedere e rivedere all’infinito.
Bellissima la prima serie, super la seconda.
Sono arrivata a Fleabag dopo essermi innamorata di Olivia Colman in Broadchurch, cercavo altro con lei e la mia amica Giulia Robert mi disse: guarda Fleabag, è nuova e appena uscita (Ps Giulia Robert ha un bellissimo gruppo di cui io sono fedele adepta che si chiama SUVVIA SIAMO SERIE).
Credo che a non averla ancora vista, insieme a mio marito, siano forse due o tre persone. Io questa serie l’ho amata davvero tanto, sono impazzita per Andrew Scott l’hot priest di cui parlo anche in questo articolo scritto un paio di anni fa.
Ovviamente Fleabag è su Amazon Prime, per chi ancora non lo sapesse.
After Life
Qui entriamo nel mondo di Ricky Gervais, forse uno dei migliori attori/sceneggiatori/registi esistenti al mondo.
Nasce come comico, ma in questa serie con un’ironia dolce e mai sopra le righe riesce a trattare un argomento davvero difficile, il lutto. Questa è una serie in cui si piange, si ride, si pensa, ci si accoccola sul divano, si tirano le fila della propria vita, si pensa al futuro. Sta per arrivare la terza stagione e la sto aspettando davvero con una trepidazione che raramente ho provato.
Il pregio è rompere il tabù del dolore, quello che paralizza, renderlo normale, analizzarlo in ogni suo aspetto, sviscerarlo e soprattutto mettere in tavola il fatto che sì, anche da un dolore enorme si può uscire. Pure se il giorno prima avevi pensato di farla finita.
Guardatelo, fatevi un regalo.
After Life è disponibile su Netflix.
Sex Education
Sex Education è un gioiellino che parla di adolescenti, sesso, comprensione, tolleranza, empatia, amore, amicizia, senso della vita, paure, voglia di crescere e desiderio di tornare ad avere sedici anni.
Si ride tanto, si pensa ancora di più.
Quello che ho amato di più in questa serie, oltre ai vestiti della Dottoressa Jeane ovviamente, è la visione che si da degli adolescenti. Per una volta non siamo davanti a imbecilli non più bambini e non ancora adulti. No. Siamo davanti a persone che stanno iniziando a conoscersi, con tanti difetti e altrettanti pregi, ragazz* coraggios* che non si vogliono imbrigliare dentro stereotipi creati da altri, che ci provano, che sperimentano, che vivono.
Io ho due figli e vorrei che prendessero qualcosa da ognuno di loro.
La sicurezza di Eric.
L’intelligenza di Maeve.
La dolcezza di Aimee.
La maturità di Ola.
Il coraggio di Adam.
La creatività di Lily.
Per me invece, come già detto, vorrei l’armadio di Jean Milburn (Gillian Anderson), più ovviamente tutte le cose profonde elencate prima.
Sex Education è su Netflix.
Peaky Blinders
Peaky Blinders è la serie ambientata a inizio ‘900 a Birmingham.
Scordatevi trine e merletti, servizi da the e calici di champagne. Qui ci sono botte, armi, whisky.
Questa è la storia della banda dei Peaky Blinders formata dai fratelli Shelby che in città controllano tutto e tutti. I Peaky Blinders sono fighi, soprattutto Tom, il capofamiglia bello e sofferto.
La colonna sonora, credo, sia la cosa migliore della serie a partire dalla sigla cantata da Nick Cave. Mamma mia santissima. Non aggiungo altro.
Altro plus, gli attori bravissimi ovviamente. Cillian Murphy nei panni di Tom con quegli occhi che mannaggia a lui e la meravigliosa Helen McCrory nei panni di Polly. Helen McCrory, che ha anche interpretato il ruolo di Narcissa Malfoy nella saga di Harry Potter, è mancata da pochi mesi ed era un’attrice davvero incredibile. Per chi non lo sapesse era spostata con Damian Lewis, il Nicholas Brody di Homeland, altra serie davvero bella.
Peaky Blinders è disponibile su Netflix e, mi sembra, anche su Amazon Prime.
Downton Abbey
Ambientata nello stesso periodo di Peaky Blinders, ma completamente diversa.
Qui ci sono infiniti tea time, lunghissime passeggiate, coppie che non vanno oltre una stretta di mano che farà comunque prontamente infuriare il padre di lei. Downton Abbey è la serie per rilassarsi, è perfetta quando fuori il tempo è brutto, quando la giornata al lavoro è stata pesante e quando si ha solo voglia di bellezza e di leggerezza.
Di cosa si parla? Della vita della famiglia Crawley capitanata dal Conte di Grantham, sua moglie Cora e le tre figlie Lady Mary, Lady Edith, Lady Sybil, ma soprattutto da Lady Violet la capostipite interpetata niente meno che da Maggie Smith, capace di regalare perle di saggezza, sagacia e cinismmo q.b.
In contemporanea scopriamo la vita degli altri abitanti di Downton Abbey, tutto il personale di servizio guidato da Carson e dalla signora Hughes (futura signora xxx non vi voglio spoilerare con chi si sposerà).
Piccolo aneddoto, ho iniziato a guardare Downton Abbey i primi giorni dopo aver partorito Carlo il mio secondo bambino, guardarlo mi rilassava molto e siccome mamma rilassata = bambino rilassato ho proseguito. Downton Abbey conta di 6 stagioni, per un totale di 52 episodi della durata di circa 55 minuti l’uno. Benissimo, ogni poppata di Carlo durava esattamente un episodio e ho visto l’intera serie in meno di due mesi.
Ora datemi un premio.
Fun fact che quasi dimenticavo. In un episodio di How I Met Your Mother Ted, Marshall e Lily dicono di essere pazzi di una serie inglese, che guardano sempre bevendo the e mangiando scones. Lo trovate nella stagione 8 ep 20, La fortezza.
Downton Abbey lo trovate su Netflix e Amazon Prime.
Questi sono i miei consigli sulle serie tv inglesi da non perdersi assolutamente.
Spero vi siano piaciute e che anche per voi questo possa essere il primo passo per un’ossessione davvero, davvero bella!
E con questo vi saluto, insieme alla mia amica
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